Vent’anni fa la Lazio vinceva il campionato italiano. Veron e Nedved erano i responsabili, Nesta e Simeone coprivano l’attacco e Salas segnava i gol. Simone Inzaghi era il sostituto 24enne. Ma anche dalla panchina ha imparato da Eriksson.
Simone ha costruito la sua Lazio sui principi di una squadra da campionato: contropiedi micidiali, massimo calcio verticale e sbandate a sinistra. La classica efficienza italiana è accompagnata da un gioco brillante e produttivo. Ogni azione è orientata verso gli obiettivi, senza movimenti inutili. In allenamento la Lazio gioca senza portieri perché segnare è più importante che passare.
“La Lazio gioca in contropiede. Il gioco si svolge attraverso il centro e la sinistra.
Vent’anni fa, un top club che non amava il possesso palla era comune quanto una squadra di metà classifica in difficoltà. Oggi la Lazio sembra molto autentica. Inzaghi evita il possesso. Gioca un calcio laconico e spietato, attacchi diretti con un minimo di passaggi. I romani passano solo il 27% del tempo nel terzo d’attacco – il 13° totale più alto della Serie A. “La Lazio è la squadra più verticale e veloce della massima serie italiana: secondo Opta, nella scorsa stagione è stata in testa sia per tiri che per gol dopo i contropiedi.
L’episodio dell’intervallo contro l’Inter a febbraio è emblematico a questo proposito: spiega quanto Inzaghi creda nel calcio aggressivo e diretto. La Lazio ha subito il gol al 44° minuto e ha chiuso il primo tempo in svantaggio per 0-1. Simone non si scompone e attacca: “Ho elogiato i ragazzi, dicendo che se continuiamo a giocare così, prima o poi avremo la possibilità di fare bene. Abbiamo giocato con fiducia, volevamo vincere ed era chiaro che qualche contropiede era inevitabile”. I romani hanno segnato due volte nel secondo tempo e hanno vinto.
Il gioco si è adattato ai punti di forza dei giocatori e quindi la natura e la velocità degli attacchi dipendevano dal ritorno della palla. Dopo un placcaggio nella metà campo avversaria, la Lazio attiva una risposta immediata, puntando sulla superiorità tecnica dei suoi giocatori. I romani si avventano sugli avversari anche quando sono in vantaggio numerico. Correa, Alberto e Milinkovic-Savic affrontano chiunque nell’uno contro uno, e i lazziliani ne approfittano: si fanno largo nelle aree giuste con il palleggio e arrivano in porta. Allo stesso tempo, la corsa non viene quasi mai usata in mezzo al campo: Inzaghi la fa attraverso un passaggio.