Il calcio fu portato a Torino alla fine del XIX secolo su iniziativa di industriali svizzeri e inglesi. Già nel 1891, nel capoluogo piemontese fu fondata una società chiamata Internazionale Torino, presieduta dal Duca degli Abruzzi. Nel 1894 la città vantava già due squadre: fu fondata la società calcistica Torinese.
Nel 1900 la Torinese assorbì l’Internazionale Torino, ma la vera rivoluzione per questa squadra, che all’epoca vestiva maglie gialle e nere a strisce verticali, avvenne il 3 dicembre 1906. Presso il pub Voigt (oggi Bar Norman) di via Pietro Micca, viene firmato un accordo con la squadra avversaria della Juventus, guidata dallo svizzero Alfredo Dick. Da questo sodalizio nacque il Torino Football Club, considerato la società più antica d’Italia. Il primo presidente del neonato club fu Hans Schoenbrod, un giocatore modesto, ma un manager appassionato.
I colori della nuova squadra passarono dal giallo e nero al granata. Ci sono due versioni su cosa abbia causato tale scelta: la prima è stata scelta dal già citato Dick, che era un combattente Genevieve Servettes, che aveva proprio una divisa di questo tipo; secondo l’altra versione era il colore della Brigata Savoia, che nel 1706 portò la notizia della liberazione di Torino dagli invasori francesi.
La prima partita ufficiale fu giocata il 16 dicembre 1906 a Vercelli contro la locale Pro Vercelli e si concluse con una vittoria del Torino per 3-1. Il 13 gennaio 1907 si disputa il primo derby di Torino, in cui i Tori battono la Juve per 2-1, e un mese dopo arriva un’altra vittoria sui bianconeri, questa volta per 4-1.
Nel 1912 Vittorio Pozzo diventa allenatore della Scuadra Granata, che nel 1914 porterà il Torino ad un torneo internazionale in Sud America. In quella competizione i Tori realizzano un’incredibile striscia di sei vittorie, sconfiggendo anche squadre di indubbia qualità come il Corinthians del Brasile e la nazionale argentina. Tuttavia, il ritorno da quel torneo trionfale riportò la squadra alla triste realtà della Prima Guerra Mondiale in Europa.
Nella stagione 1914-15, l’FC Torino terminò il campionato a soli due punti dal primo posto del Genoa. Tuttavia, il campionato si concluse prima del previsto a causa dello scoppio della guerra. Il Torino perse la partita cruciale contro il Genoa per decidere il campione. Di conseguenza, il Genoa fu incoronato campione d’Italia, mentre il Torino perse l’occasione giusta, se ricordiamo che aveva battuto i genovesi con un devastante 6-1 nel primo turno. In questo modo le speranze di un primo scudetto si infransero.
Dopo la guerra, il campionato fu riaperto nel 1919. Il Torino, come molte squadre, perse molti giocatori al fronte. Ma in campionato il Torino riuscì a piazzarsi al terzo posto dietro a Pro Vercelli e Juventus.
Negli anni Venti, i fratelli Martins, meglio conosciuti come Mosso, iniziano a giocare per il Torino. Martino Secondo era il giocatore più forte, avendo giocato 359 partite per i Tori nel campionato italiano. Solo una volta (il 9 novembre 1924, in una partita contro il Brescia) tutti e quattro i fratelli – Piero, Cesare, Dario ed Edmondo – fanno parte della rosa principale del Torino.
Dopo quindici anni, il Torino riuscì a vincere lo scudetto, che fu il primo di cinque stagioni consecutive. Sempre in quella stagione, la Scuadra granata si aggiudicò la Coppa Italia, con un record di cinque vittorie in cinque partite, 20 gol fatti e nessuno subìto.
La ricostruzione della squadra dopo quella terribile tragedia fu molto difficile. Feruccio Novo decise di costruire una nuova squadra basandosi sui giovani di talento della Primavera del club. Inoltre, furono fatti diversi acquisti mirati: l’ala argentina Beniamino Santos, gli svedesi Hjalmarsson e Bengtsson, oltre a Carapellese e al portiere Bepi Moro. Di quell’anno rimangono Toma e Luigi Giuliano. In quella stagione il Torino riesce a raggiungere il sesto posto e Santos è autore di 27 gol in campionato.
Alla fine del decennio, i Tori ebbero una piccola battuta d’arresto. Vengono ceduti molti giocatori (Stellini, Mozzini, Santin) e al posto di Radice arriva il nuovo allenatore Rabitti. Quinto posto nel 1978/79 e terzo l’anno successivo. Nello stesso anno la Scuadra Granata raggiunge nuovamente la finale di Coppa Italia, dove perde di nuovo contro la Roma.
Nell’80/81 vengono riaperte le frontiere per i trasferimenti e gli stranieri tornano in Italia. Il Torino acquista l’olandese Van de Korpoot dal Feyenoord. Cazzaniga sostituisce Rabitti come allenatore nel corso della stagione, ma con scarsi risultati. I Tori si sono classificati al nono posto ma sono arrivati di nuovo in Coppa Italia, perdendo contro la Roma.
Urbano Cairo ha iniziato la stagione 2006/07 nominando Doriano Tosi direttore sportivo e Alberto Zaccheroni allenatore. Abbiati, Comotto, De Ascentis, Fiore e Barone rafforzano la squadra. Dopo il girone d’andata, la Scuadra Granata si trova all’11° posto, ma durante l’inverno segue una serie di risultati deludenti e alla fine Zaccheroni lascia il posto a De Biasi. Con il nuovo allenatore, la squadra ha ottenuto nove punti nelle prime quattro partite, ma poi è crollata di nuovo. In totale, il Torino FC si piazza al 16° posto con 40 punti e rimane in Serie A.
Un’altra retrocessione in Serie B. Dopo un ottimo inizio, alla fine del girone di ritorno della stagione 2009/10 la squadra è in crisi. Colantuono viene licenziato e al suo posto viene nominato Mario Beretta, che però non porta nulla di buono e i Tori riportano Colantuono come allenatore. Il nuovo direttore sportivo Petrachi riesce a fare 10 acquisti e 12 cessioni a gennaio, che rafforzano notevolmente la squadra. Il campionato viene concluso al quinto posto, dando la possibilità di qualificarsi per i play-off. In semifinale i melograni sconfiggono il Sassuolo, ma in finale contro il Brescia subiscono una sconfitta e non riescono a qualificarsi per la Serie A.